Il rapporto talamo-amigdala

Se osserviamo il funzionamento del cervello più nel dettaglio, possiamo identificare tre personaggi principali: il talamo, l’amigdala e la corteccia.

Il talamo è il controllore di volo del nostro cervello, è l’organo che scannerizza la realtà intorno a noi e si domanda di continuo se c’è pericolo. Il talamo è sempre in funzione, sia mentre parliamo con qualcuno sia quando stiamo camminando per la strada. Se la risposta è no allora il segnale del talamo arriva alla corteccia. La corteccia è il secondo protagonista ed è la parte del cervello più recente. Possiamo dire che la corteccia sia responsabile della risposta razionale del cervello.

Cosa succede se il nostro talamo percepisce un pericolo?

Qualora il talamo percepisca una situazione di potenziale pericolo, viene mandato un segnale più veloce all’amigdala, che gestisce la reazione emotiva e fa partire una risposta. Quello che accade, quindi, è che viene innescata una reazione chimica immediata che permette al nostro corpo di reagire velocemente alla situazione. Solo successivamente, dopo che la prima reazione è già avvenuta, arriva la risposta razionale della corteccia. Questo fenomeno è detto sequestro emotivo o amigdalico.

Come impatta l’amigdala sui nostri comportamenti

Uno dei sequestri emotivi più famosi nel mondo dello sport è avvenuto nella finale tra Italia e Francia nel Campionato del Mondo di Calcio del 2006. Dopo una serie di contatti, il capitano della Nazionale francese Zinedine Zidane si sta allontanando tranquillo, quando Marco Materazzi gli sussurra un insulto, al quale il giocatore francese reagisce con una testata.

Come si spiega questa reazione con la teoria dell’homo economicus? Per Zidane è l’ultima partita della sua carriera, ha già fatto un gol, la finale viene trasmessa in mondo visione. Perché è andato in sequestro emotivo? Dov’era il pericolo nella frase che ha sentito solo lui e nessun altro? Da un punto di vista razionale, la sua reazione è incomprensibile, da un punto di vista emotivo, quella offesa ha toccato il suo orgoglio e l’amigdala si è attivata prima che la corteccia potesse formulare una risposta logica.

Il finale della partita lo conoscono tutti: Zidane viene espulso e l’Italia vince il mondiale ai rigori.

I sequestri emotivi però non accadono solo nelle finali dei Mondiali. È facile osservare reazioni amigdaliche nei meeting aziendali, nei rapporti di coppia o con i figli o all’interno dell’abitacolo dell’automobile, che può essere definito un vero e proprio acceleratore di escalation emotive, soprattutto quando uno sconosciuto automobilista ci suona il clacson o addirittura ha l’ardire di utilizzare gli abbaglianti. 

Il Percepito è più vero della Realtà

Ora che abbiamo compreso gli elementi di base del funzionamento del nostro cervello, possiamo arrivare ad un concetto fondamentale: il percepito è più vero della realtà.

Immagina di camminare in un bosco e di vedere una vipera vicino al tuo piede. Automaticamente nel tuo corpo si innesta una reazione, il cortisolo aumenta, la serotonina diminuisce e il battito cardiaco accelera. La reazione fisica è la stessa sia che la vipera ci sia davvero, sia che fosse in realtà un bastoncino di legno che hai pestato.

È ciò che percepiamo che muove la chimica del nostro corpo. Dalla nostra percezione parte la richiesta al nostro corpo di produrre gli agenti chimici che possono farci rispondere alla minaccia, vera o presunta che sia.

Se questo è il meccanismo di funzionamento del nostro cervello, allora diventa fondamentale avere il supporto di strumenti che possano raccogliere sempre le percezioni delle persone e che ci aiutino a ricordarci che ciò che io vedo non coincide sempre con quello che vedono gli altri membri del team o le persone all’esterno. La realtà non esiste, esiste la nostra percezione della realtà.