I principi dell’intelligenza emotiva possono essere applicati ad un tema molto importante per la salute e le prestazioni: lo stress.

Lo stress dal punto di vista biologico

Lo stress è la nostra reazione chimica ad una percezione di insicurezza o di minaccia. Nel 1974 il dottor Hans Selye ha pubblicato i suoi studi dove identifica due tipologie di stress: eustress e distress. Il primo viene considerato “positivo” ed è quello che ci permette di affrontare le sfide, che ci dà l’energia per reagire ad un particolare evento, dopo il quale il nostro corpo ritorna ad uno stato di equilibrio. Il problema quindi non è lo stress ma l’eccesso dello stesso che rischia di non essere sostenibile. Si parla di distress, o stress negativo, quando, in seguito al picco di percezione di pericolo, il nostro corpo non ritorna al livello naturale di chimica perché magari soggetto ad immediate ulteriori sollecitazioni. Da questo stress cronico nascono i problemi.

Il nostro corpo, infatti, tollera bene la presenza di quella chimica per un breve periodo ma se la presenza è continuativa nel tempo ecco che possono giungere problemi come gastrite, ulcere etc. Il cosiddetto processo di somatizzazione porta infatti a trasformare una percezione emotiva in una vera e propria malattia fisica. Ecco perché non possiamo ignorare le emozioni: sono chimica e sono reali. Se non diventiamo bravi a gestirle, possono avere impatti non solo sulla performance manageriale ma anche sullo stato di salute.

L’intelligenza emotiva spiega circa il 25% della nostra salute.

Le ricerche ci aiutano a comprendere quanto l’intelligenza emotiva sia in relazione diretta con la salute. L’intelligenza emotiva, infatti, è in grado di spiegare 1/4 di ciò che riguarda la nostra salute. Questo significa, estremizzando, che se diventiamo bravi a gestire le emozioni ci possiamo risparmiarci qualche malattia. Tra l’altro, tanto più lavoriamo in un mondo incerto, ambiguo, volatile e complesso tanto più dobbiamo diventare bravi.

In sintesi, dobbiamo imparare a gestire questo meccanismo, prenderci dei momenti durante il giorno per staccare, trovare interessi al di fuori del lavoro che ci permettano di riequilibrare la chimica all’interno del nostro corpo, programmare attività fisica o momenti di svago nella routine settimanale, curare alimentazione e sonno.

Non esiste una ricetta universale, ogni persona deve trovare la propria modalità per mantenere un equilibrio sostenibile nel tempo e la soluzione parte dalla seguente domanda: cosa posso fare concretamente per ridurre gli impatti dello stress sulla mia vita?

La fortuna è che tutto parte dalle percezioni, quindi possiamo influenzare e gestire la reazione del nostro corpo.