Come funziona l’intelligenza emotiva a livello cerebrale e come impatta sul nostro modo di lavorare con gli altri?

Il meccanismo cerebrale che sottende al concetto di intelligenza emotiva è conosciuto come il rapporto talamo-amigdala-corteccia, spiegato molto bene da Daniel Goleman nel 1995 nel libro “Intelligenza Emotiva”.

Goleman ci aiuta a capire come sia cruciale il ruolo del talamo all’interno del nostro cervello. Il talamo, infatti, è paragonabile al controllore di volo, il nostro personale radar che valuta che attorno a noi non ci siano situazioni pericolose. Nel caso poi di percezione di pericolo da parte del talamo, arriva l’informazione all’amigdala (la parte del cervello responsabile della gestione delle emozioni) che prende il controllo delle operazione attraverso il fenomeno detto “sequestro amigdalico” o emotivo.

I nostri comportamenti, quindi, si basano su un percepito, che potrebbe essere diverso dalla realtà.

Come il neurobiologo Antonio Damasio spiega in maniera perfetta nel libro “L’errore di Cartesio”, le emozioni hanno una forte influenza sul nostro processo decisionale. Molti di noi avranno provato, ricevendo alcune e-mail, una forte irritazione e avrete notato come, rispondendo in preda alla collera, si rischi di commettere gravi errori.

Scrivere la risposta all’e-mail e, prima di spedirla, staccare un attimo e magari prendersi un caffè, porta in molti casi a riscriverne o correggerne almeno una parte. Se poi si decide di dormirci sopra, a volte si decide di non spedirla nemmeno ma di telefonare o andare a trovare di persona il collega che aveva mandato l’e-mail. La stessa persona, con la stessa intelligenza e la stessa esperienza, a distanza di pochi secondi dall’evento, di 10 minuti o di 12 ore, decide di fare cose molto diverse.

L’intelligenza emotiva, quindi, è la capacità di unire emozioni e razionalità per prendere decisioni sostenibili. Nella pratica, significa portare più spesso le emozioni all’interno dei ragionamenti del team ed essere consapevoli che le decisioni prese in preda al furore emotivo rischiano di essere non realizzabili.

La buona notizia è che l’intelligenza emotiva è allenabile. Come farlo?

Si può allenare l’intelligenza emotiva attraverso alcuni gesti o attenzioni che aiutano il team a prendere in considerazione le sensazioni che provano le persone all’interno del processo decisionale. Per esempio, è importante che durante i meeting le persone parlino di ciò che genera frustrazione o soddisfazione.

In conclusione, maggiore è l’applicazione dell’intelligenza emotiva, maggiore tende ad essere la collaborazione tra le persone e la percezione di sentirsi sicuri e liberi di esporsi in maniera sincera.